Batterie al rabarbaro per accumulare energia rinnovabile, ora sono realtà

Batterie al rabarbaro per accumulare energia rinnovabile, ora sono realtà

È made in Italy la batteria a flusso organica che utilizza una sostanza contenuta nel rabarbaro per accumulare energia prodotta da fonti rinnovabili. La batteria, prodotta da Green Energy Storage, start up italiana specializzata in soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e lo storage, ha il grande vantaggio di essere economica e a basso impatto ambientale.

Salvatore Pinto, presidente di Green Energy Storage, dopo aver letto su Nature della batteria a flusso organica è volato negli Stati Uniti all’Università di Harvard per convincere il professor Michael J. Aziz, responsabile della ricerca, a cedergli il brevetto. Siglato l’accordo nel 2015 Pinto è riuscito in un anno a creare dalla tecnologia sviluppata dall’Università di Harvard una batteria capace di rivoluzionare il settore energetico. Il prototipo da 1 watt è oggi una batteria funzionante, o meglio una famiglia di batterie che parte da una capacità di 3kW per arrivare fino a 10kW e oltre. Nei prossimi cinque anni verranno sviluppati una serie di modelli, dalle piccole unità per gli edifici alle grosse unità pensate per il settore industriale.

Che cosa è una batteria a flusso organica e come funziona

La batteria a flusso è un accumulatore di energia, in altre parole una grande pila, in grado di immagazzinare energia elettrica per poi rilasciarla nel momento del bisogno.

La tecnologia sfrutta una molecola prodotta dalle piante durante la fotosintesi, chiamata chinone, facilmente estraibile dal rabarbaro e da altri vegetali, biocompatibile e a basso costo.

Il sistema è composto da due serbatoi a ciclo chiuso contenenti del liquido con due pompe e una membrana a scambio ionico. I due fluidi, uno contenente il chinone e l’altro acido bromidrico, si scambiano gli ioni attraverso la membrana ma non si mischiano mai. Durante le fasi di carica e scarica i liquidi vengono fatti circolare attraverso le pompe, entrano in contatto con la membrana, scambiando ioni in modo direzionale, in un verso quando la batteria fornisce energia, nell’altro quando è in fase di ricarica.

Il vantaggio di usare un prodotto di origine naturale, come il chinone, rispetto a una sostanza chimica, è evidente: riduce l’impatto sull’ambiente, è facilmente reperibile e riproducibile su scala industriale, ha un alta efficienza ed è economicamente vantaggioso.

Fonte: Lifegate

Data: Dicembre 2016

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