Ecco quanto le più grandi economie del mondo spendono in sussidi ai combustibili fossili
Le venti maggiori economie del mondo spendono più di 400 miliardi di dollari ogni anno per sostenere la produzione di combustibili fossili, una pratica che rischia di minare seriamente la mitigazione del cambiamento climatico nel mondo: lo sostiene un nuovo rapporto del gruppo di pressione ambientale Oil Change International.
Nonostante l’impegno nel 2009 a porre fine ai sussidi ai combustibili fossili, nel 2013 e 2014, i paesi del G20 hanno speso una media di 452 miliardi di dollari per i combustibili fossili, declinati in un mix tra spesa diretta, agevolazioni fiscali, investimenti da parte delle società a maggioranza statale e finanza pubblica attraverso banche e istituzioni finanziarie governative. Secondo il rapporto, questa cifra è più di quattro volte l’ammontare riconosciuto alle fonti rinnovabili nel 2013.
“Penso che vi sia una gigantesca ipocrisia da parte dei paesi che distribuiscono miliardi alle aziende dei combustibili fossili e che allo stesso tempo si impegnano per ridurre le emissioni” ha detto a ThinkProgress Alex Doukas, attivista senior dell’Oil Change International e co-autore dello studio. “Non possiamo affrontare il problema del cambiamento climatico se stiamo allo stesso tempo sostenendo la produzione di combustibili fossili”.
Dal 2009, i paesi del G20 hanno ribadito il loro impegno a tagliare i combustibili fossili ogni anno, ma nella maggior parte dei casi si sono registrati pochi progressi, con alcuni paesi che negli ultimi sei anni in realtà hanno aumentato i loro sussidi ai combustibili fossili. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno aumentato le sovvenzioni ai combustibili fossili del 35 per cento dal 2009, fatto che rispecchia l’aumento nazionale della produzione di combustibili fossili come parte della politica energetica dell’amministrazione Obama “all-of-the-above”. L’amministrazione Obama ha tentato di governare i sussidi ai combustibili fossili, proponendo tagli su tutti i budget che l’amministrazione ha inviato al Congresso, ma questa strategia è stata accolta con opposizione dai legislatori.
“Bisogna riconoscere all’amministrazione Obama di aver tentato di sottoporre al Congresso budget in cui eliminare o riformare i sussidi ai combustibili fossili, ma non si è arrivati a molto”, ha detto Doukas.
Ogni anno, il governo degli Stati Uniti dà 20,5 miliardi di dollari per sostenere la produzione di petrolio, carbone e gas, che vanno sommari ai 17,2 miliardi provenienti dal livello federale e ai 3,3 miliardi del livello statale.
Una grande percentuale delle sovvenzioni che le aziende dei combustibili fossili ricevono negli Stati Uniti si presenta sotto forma di agevolazioni fiscali. Le compagnie petrolifere, per esempio, sono in grado di rivendicare come spesa standard i costi associati alla pulizia dell’ambiente causata da una fuoriuscita di petrolio. Ciò significa che, nello scorso ottobre, quando il procuratore generale degli Stati Uniti ha multato la BP con un accordo da 20,8 miliardi di dollari per il suo ruolo nel disastro della Deepwater Horizon, la BP può legalmente indicare gran parte della spesa originata dall’accordo tra le imposte deducibili nelle spese aziendali: solo i 5,5 miliardi di dollari della multa non possono essere classificati come tali.
Anche le sovvenzioni al carbone – anche se non così comuni come i sussidi a petrolio e gas – contribuiscono ad incentivare negli Stati Uniti la produzione di combustibili fossili. Il Powder River Basin, la più grande riserva di carbone degli Stati Uniti, non è effettivamente classificata come una regione produttrice di carbone, consentendo così alle aziende di carbone di affittare le terre federali ad un costo inferiore rispetto a quanto succede sui terreni che vengono invece riconosciuti come ambiti di produzione del carbone. Questo significa che i contratti d’affitto federali per il bacino del Powder River sono davvero un buon affare per le aziende del carbone, che riescono così a risparmiare l’equivalente di un sussidio pari a un miliardo di euro all’anno. Recenti studi hanno sostenuto che la cessazione delle sovvenzioni federali per il carbone nel bacino del Powder River ridurrebbe in modo significativo la produzione di carbone nella regione, così come le emissioni di gas a effetto serra.
Fonte: Climate Progress
Data: Febbraio 2016
Leggi il rapporto dell’Oil Change International
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