Greenpeace: «I grandi inquinatori scrivono le norme sui limiti di emissioni dell’Ue»
L’Unione europea sta definendo i nuovi standard di emissioni per le centrali a carbone, ma secondo il rapporto “Smoke & Mirrors – How Europe’s biggest polluters became their own regulators”, l’intero processo sarebbe nelle mani dell’industria del carbone, con il risultato che i limiti che sta per mettere l’Ue potrebbero essere molto blandi e che alle centrali a carbone esistenti potrebbe essere consentito di inquinare molto di più di quello che potrebbero e dovrebbero fare adottando le migliori tecnologie pulite già esistenti sul mercato. Ma Greenpeace sottolinea un altro aspetto clamoroso: «Le norme Ue sarebbero significativamente più deboli rispetto a quelle imposte in altre parti del mondo, compresa la Cina».
Invece per gli ambientalisti l’aggiornamento dei limiti di emissione europei dovrebbe essere in linea con le migliori tecniche di disinquinamento possibili. Ma, basandosi sulla bozza di proposta Ue, il rapporto “Smoke & Mirrors” dimostra che «I limiti di inquinamento atmosferico industriale dell’Ue attualmente considerati nel processo sono molto più deboli rispetto alle norme in vigore in Cina, Giappone e Stati Uniti» ed aggiunge che già oggi le centrali a carbone esistenti all’interno e all’esterno dell’Unione europea hanno già limiti e controlli più stringenti di quelli che prevederebbe il progetto di direttiva dell’Ue.
Greenpeace ricorda che «Le centrali a carbone sono la maggiore fonte di biossido di zolfo e di emissioni di mercurio in Europa ed una delle più grandi fonti industriali di emissione di ossidi di azoto, arsenico, piombo e cadmio. L’inquinamento atmosferico dalle centrali elettriche a carbone dell’Ue ha causato una stima di 22.300 morti premature nel 2010, inoltre ha esacerbato l’asma e contribuisce ai livelli pericolosi di mercurio presenti nel sangue di migliaia di bambini nati in Europa».
Fonte: Greenreport
Data: Marzo 2015
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