Rockefeller Fund: «L’era del petrolio sta per finire»

Rockefeller Fund: «L’era del petrolio sta per finire»

Stephen Heintz, presidente della Rockefeller Brothers Fund, ha spiegato in una intervista alla società di informazione tedesca DW come ha perfettamente senso il fatto che un fondo che fino ad ora si è arricchito grazie al petrolio stia attualmente disinvestendo dai combustibili fossili.

Con il suo annuncio di smarcarsi da petrolio e carbone, il Rockefeller Brothers Fund è diventato un punto di riferimento del movimento per il disinvestimento.

Nelle righe seguenti ecco il resoconto dell’intervista di DW con il Presidente Heintz su quello che c’è dietro a questa mossa.

 

DW: John D. Rockefeller ha segnato una nuova era nella storia con la Standard Oil. Ora i Rockefellers stanno chiudendo l’era del petrolio?

Stephen Heintz: Speriamo di aiutare a far finire l’era del petrolio. È tempo di abbandonare i combustibili fossili e di muoversi il più rapidamente possibile verso l’energia pulita e rinnovabile per salvare il pianeta. L’era del petrolio sta arrivando alla sua fine.

 

Perché l’annuncio che la Rockefeller Brothers Fund sta disinvestendo da petrolio e carbone è apparso come una grande sorpresa?

È ironico che una famiglia la cui ricchezza è nata e cresciuta nel settore petrolifero sia attualmente leader nello sforzo di abbandonare i combustibili fossili.

 

I Rockefeller sono una delle dinastie più ricche e influenti d’America. Quale impatto ha avuto l’annuncio?

Penso che abbia contribuito a richiamare più attenzione sui rischi del cambiamento climatico e contribuito significativamente a dare slancio al movimento per il disinvestimento. Ci auguriamo che possa contribuire ad innescare un cambiamento di portata storica.

 

Ci sono delle cifre?

Prossimamente i leader mondiali si riuniranno a Parigi per i negoziati sul clima. Ci aspettiamo che il valore del volume detenuto dagli investitori che si sono impegnati a disinvestire dai combustibili fossili sia pari ad oltre 2,5 miliardi di dollari. Forse di più.

Molte istituzioni si stanno allontanando da petrolio, carbone e gas. Vietare il carbone è un primo passo importante. Nel corso della Conferenza sul clima a Parigi ci aspettiamo di annunciare la scelta di più di 200 istituzioni di disinvestire; tra queste, alcune hanno un profilo molto alto.

 

Qual è la ragione di questo gigantesco spostamento di assets?

L’urgenza morale oltre che l’impatto economico del bilancio globale del carbonio. Uno dei nostri beneficiari è Carbon Tracker, una sofisticata organizzazione di ricerca, con sede a Londra. Le loro analisi indicano che il 60-80 per cento delle riserve di combustibile fossile conosciute è necessario rimanga sotto terra e non venga bruciato.

Questa è l’unica possibilità per rimanere al di sotto del limite fissato a 2°C per il riscaldamento globale, così da evitare le peggiori catastrofi climatiche.

 

L’anno scorso il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e più di 400 mila manifestanti hanno marciato per le strade di New York per mobilitare persone ed istituzioni ad agire sul clima. Gli stakeholders sono infastiditi che petrolio, carbone e gas saranno presto prodotti di vendita deboli?

Sì. Nuove leggi indispensabili sul clima e le tasse sulla Co2 svaluteranno significativamente tali attività.

 

Che cosa avete detto ai membri della famiglia Rockefeller?

Abbiamo detto che se come ente sovvenzionatore devolviamo oltre il 40 per cento dei nostri dollari agli sforzi per combattere i cambiamenti climatici, è moralmente incoerente mantenere i propri investimenti nel settore dei combustibili fossili. Inoltre, economicamente, vi sono forti motivi per abbandonare petrolio, carbone e sabbie di olio e trasferire questi assets sull’energia pulita e le nuove tecnologie.

 

Nel 1870, John D. Rockefeller fondò la Standard Oil che lo farà diventare l’uomo più ricco del suo tempo. Se mai avesse sentito la notizia di questi giorni, si rigirerebbe nella sua tomba?

John D. Rockefeller era un brillante imprenditore ed innovatore. Ha approfittato di quello che riteneva un’opportunità per il futuro. Si rese conto che il petrolio, la nuova sostanza che era stata appena scoperta, aveva il potenziale per trasformare il mondo e fare un sacco di soldi. E ha fatto entrambe le cose.

 

Che cosa farebbe John D. Rockefeller oggi?

Standard Oil è stata la prima società al mondo veramente globale. Rockefeller era un pensatore globale ed un attore globale. Oggi guardando al mondo vedrebbe gli enormi rischi derivanti dal cambiamento climatico, con devastanti conseguenze economiche; allo stesso tempo,capirebbe subito le enormi opportunità del settore green. Guarderebbe all’economia dell’energia pulita e direbbe: «Ecco dove sta andando il mondo. È qui che il mondo ha bisogno di andare. Voglio arrivare per primo così da ottenere ritorni significativi».

 

Fonte: Deutsche Welle

Data: Novembre 2015

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